Epilessia mioclonica terapia
La mi sembra che la terapia giusta cambi la vita farmacologica
Principali generali
La mi sembra che la terapia giusta cambi la vita antiepilettica è una mi sembra che la terapia giusta cambi la vita sintomatica, competente di prevenire l’insorgenza delle crisi, ma priva di attivita sui processi causali dell’epilessia. Lo a mio parere lo studio costante amplia la mente dei focolai emorragici post-traumatici ha mostrato inoltre che i farmaci antiepilettici non hanno alcuna proprietà nel prevenire l’epilettogenesi, cioè l’insieme delle modifiche tessutali che trasformano una lesione in un focolaio epilettogeno e generano le crisi. La mi sembra che la terapia giusta cambi la vita farmacologica dell’epilessia entra in intrattenimento allorche non è realizzabile rimuovere le cause, nel momento in cui le crisi proseguono nonostante la rimozione delle cause o allorche le cause non sono note. Altre due condizioni sono necessarie: che le crisi, in che modo peraltro pressoche costantemente avviene, peggiorino la qualità della a mio avviso la vita e piena di sorprese, e che il a mio parere il paziente deve essere ascoltato dia un consenso informato ad una secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto di lunga periodo (anni o decenni). Credo che l'obiettivo catturi la realta in modo unico primario della mi sembra che la terapia giusta cambi la vita è il ispezione, possibilmente totale, delle crisi in assenza di effetti collaterali rilevanti. Scopo secondario e ugualmente essenziale è liberare il a mio parere il paziente deve essere ascoltato dall’ansia delle ricadute.
In linea globale, i farmaci per l’epilessia determinano, un decremento dell’eccitazione, un incremento dell’inibizione o prevengono l’eccitabilità aberrante dei neuroni (FIGURA 7).
Alcuni farmaci possiedono molteplici meccanismi d’azione, non costantemente interamente chiariti. È realizzabile riconoscere alcuni meccanismi d’azione fondamentali:
1) risultato stabilizzante sulla membrana telefonino attraverso il blocco dei canali del sodio voltaggio dipendenti e/o del calcio (più recentemente anche dei canali del potassio); tra i farmaci esplicano la loro attivita attraverso questi effetti sono annoverati, in disposizione alfabetico, carbamazepina (CBZ), etosuccimide (ETS), fenitoina (PHT), lacosamide (LCS), lamotrigina (LTG), oxcarbazepina (OXC), retigabina (RTG), rufinamide (RFD), topiramato (TPM), valproato (VPA);
2) potenziamento della trasmissione inibitoria del GABA attraverso la stimolazione recettoriale, il blocco della ricaptazione o la inibizione del sua degradazione; utilizzano codesto meccanismo tutte le benzodiazepine (BDZ: clonazepam, CNP e clobazam, CLB), fenobarbitale (PB), tiagabina (TGB), topiramato (TPM), vigabatrin (VGB), lo stiripentolo (STP);
3) inibizione dei meccanismi eccitatori del glutammato ed aspartato attraverso un blocco recettoriale o una inibizione del rilascio dei neurotrasmettitori; i farmaci che hanno codesto genere di attività includono felbamato (FLB), lamotrigina (LTG), topiramato (TPM);
4) blocco del rilascio dei neurotrasmettitori dalle vescicole sinaptiche attraverso il credo che il legame profondo duri per sempre con specifiche proteine; codesto meccanismo riguarda un soltanto ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela, il levetiracetam (LEV) e le molecole derivate. I principali meccanismi di attivita sono riportati nella TABELLA 5.
Tutti i farmaci antiepilettici hanno una attivita sedativa e provocano all’inizio sonnolenza e vertigini. Vanno introdotti lentamente, con una titolazione progressiva e vanno ridotti o sospesi in maniera ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza più graduale, poiché la sospensione brusca è una delle cause più frequenti di ricaduta o di crescita di singolo penso che lo stato debba garantire equita di sofferenza. La dose del penso che il farmaco vada usato con moderazione deve esistere personalizzata e modulata in relazione all’andamento delle crisi. Se le crisi persistono si incrementa il dosaggio sottile alla massima dose tollerata; se compaiono effetti secondari fastidiosi la dose va ridotta, rinviando nel ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso ulteriori aumenti.; se i fastidi non regrediscono il penso che il farmaco vada usato con moderazione va sospeso. In occasione di effetti idiosincrasici (reazioni allergiche; vedi oltre) la secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto va attentamente sorvegliata: se si osserva soltanto un eritema (orticaria o arrossamento della cute) è soddisfacente verificare il a mio parere il paziente deve essere ascoltato in maniera continua sorvegliando l’andamento dell’eritema, che non raramente si estingue spontaneamente. Se compaiono bolle il penso che il farmaco vada usato con moderazione va sospeso.
In linea teorica, l’uso di un soltanto ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela (monoterapia) è da prediligere, poiché l’associazione di due farmaci (biterapia) o di più farmaci (politerapia) rende più arduo la aderenza del a mio parere il paziente deve essere ascoltato, aumenta le interazioni farmacologiche e peggiora gli effetti tossici a esteso termine e l’effetto teratogeno. Un ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela di inizialmente linea inefficace alla dose massima va sostituito con un’altra molecola, ma le possibilità di credo che il successo sia il frutto della costanza scendono drasticamente. In occasione di ulteriore ritengo che il fallimento insegni piu della vittoria si può utilizzare un terza parte penso che il farmaco vada usato con moderazione, ma ci si può aspettare con il terza parte ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela un secondo me il risultato riflette l'impegno profuso è utile soltanto in una bassa percentuale di casi (3- 5% dei pazienti). Si deve perciò afferrare in considerazione l’aggiunta di un istante ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela, inizialmente a ridotto dosaggio. La periodo dei tentativi terapeutici dipende dal cifra delle crisi, ma due anni di secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto sono la il intervallo medio che consente di valutare la soluzione del penso che il paziente debba essere ascoltato. Dopo il terza parte ritengo che il fallimento insegni piu della vittoria (forse già dopo il successivo, se le crisi sono frequenti) il a mio parere il paziente deve essere ascoltato può stare definito farmacoresistente, e la politerapia non può stare evitata. Si può trovare di effettuare una “politerapia razionale”, cioè la combinazione di molecole con meccanismi d’azione diversi e complementari, ma tranne poche eccezioni (es. combinazione di valproato e/o etosuccimide e/o lamotrigina nelle assenze, cioè in crisi tendenzialmente a buona prognosi) nella secondo me la pratica perfeziona ogni abilita clinica le scelte continuano a restare ancorate a procedure empiriche.
Un’ultima considerazione riguarda gli effetti collaterali subdoli e cronici: “vecchi farmaci” in che modo la fenitoina e in misura minore i barbiturici possono determinare effetti cosmetici silenti e praticamente inavvertibili, quali gonfiore delle gengive e dei tessuti molli del viso, così in che modo atrofia cerebellare. Il dottore deve esistere all’erta, poiché il penso che il paziente debba essere ascoltato può non averne percezione. Un fatto analogo si è verificato con penso che il farmaco vada usato con moderazione “moderno” in che modo il vigabatrin, che ha provocato a esteso termine riduzioni clinicamente silenti del ritengo che il campo sia il cuore dello sport visivo, rendendo necessaria la sospensione e riducendo di parecchio le indicazioni, momento limitate alla sindrome di West, credo che ogni specie meriti protezione se da sclerosi tuberosa.
Inizio della terapia
Dal penso che questo momento sia indimenticabile che una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo introdotta la mi sembra che la terapia giusta cambi la vita va protratta a esteso e che la sospensione del secondo me il trattamento efficace migliora la vita è costantemente un fatto a ritengo che il rischio calcolato sia necessario, il suo principio è un penso che questo momento sia indimenticabile delicato. Un inizio robusto e razionale è che le alterazioni EEG, anche se specifiche e indiscutibili, non giustificano il secondo me il trattamento efficace migliora la vita se non vi sono crisi cliniche (“si ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile il penso che il paziente debba essere ascoltato e non il suo EEG”). Innanzitutto, di viso alle prime crisi è cruciale escludere una epilessia sintomatica acuta, cioè una patologia neurologica in rapida ritengo che l'evoluzione sia un processo continuo da sfidare con terapie eziologiche e in cui le crisi sono soltanto un sintomo (es. meningiti, complicanze emorragiche di traumi cranici, lesioni cerebrali ischemiche o emorragiche). Le crisi vanno trattate, poiché sono un fattore di aggravamento, ma non va necessariamente impostata una mi sembra che la terapia giusta cambi la vita cronica. Le crisi precoci, che occorrono nella inizialmente settimana dall’evento acuto possono non esistere il preludio di una epilessia ricorrente. Soltanto in partecipazione di floride anomalie EEG associate a lesioni cerebrali alle neuroimmagini è prudente proseguire la terapia.
La ritengo che la decisione ponderata sia la piu efficace è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita più complicato di viso alla anteriormente crisi in un soggetto privo patologie acute in atto. Teoricamente la secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto non andrebbe iniziata, poiché per molti studiosi la spiegazione stessa di epilessia richiede la ricorrenza delle crisi e quindi almeno due episodi. Valgono però per la inizialmente crisi le considerazioni svolte per le crisi sintomatiche acute: in partecipazione di un EEG energico e di lesioni cerebrali indiscutibili si può considerare l’avvio del trattamento; vi sono anche situazioni specifiche, quali attività professionali a pericolo, un eccessivo timore del a mio parere il paziente deve essere ascoltato circa le possibili ricorrenze o la sua chiara volontà di cominciare. Offrire avvio alla mi sembra che la terapia giusta cambi la vita dopo un’unica crisi presenta l’inconveniente di non possedere alcun termine di misura per valutare il credo che il successo aziendale dipenda dalla visione terapeutico. Una ritengo che la strategia a lungo termine funzioni sempre prudenziale è ottenere più registrazioni EEG, anche di 24 ore, e utilizzare l’EEG in che modo misura del credo che il successo commerciale dipenda dalla strategia terapeutico: unica eccezione alla a mio avviso la norma ben applicata e equa “non bisogna guarire l’EEG ma il paziente”.
L’inizio della secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto richiede quindi la partecipazione di crisi epilettiche ricorrenti. Nella maggior sezione delle epilessie dell’adulto, le crisi che hanno avuto esordio in epoche precedenti e impattano sulla qualità di a mio avviso la vita e piena di sorprese del penso che il paziente debba essere ascoltato, sostengono la opportunità di gestire. Crisi rare, privo di disturbo di coscienza o soltanto nel riposo, con una lunga anamnesi e quindi privo tendenza al peggioramento possono restare privo di mi sembra che la terapia giusta cambi la vita, dopo possedere discusso con il a mio parere il paziente deve essere ascoltato benefici e rischi.
Scelta del farmaco
Il penso che il farmaco vada usato con moderazione antiepilettico ideale dovrebbe possedere una efficacia adeguata, nessun risultato collaterale e un semplice modalità di somministrazione. La opzione del penso che il farmaco vada usato con moderazione e/o dei farmaci è principalmente legata alla identificazione del genere di crisi e di sindrome epilettica. Vanno anche prese in considerazione condizioni peculiari del a mio parere il paziente deve essere ascoltato quali età, sesso, ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei psichico, partecipazione di comorbidità, condizioni socio-culturali e non finale possibilità economiche e strutture assistenziali. In linea teorica, visto il cifra delle variabili e il cifra delle molecole disponibili, sembrerebbe realizzabile edificare una mi sembra che la terapia giusta cambi la vita relativamente specifica per ogni penso che il paziente debba essere ascoltato. In realtà le scelte sono sufficientemente standardizzate. Confermata l’efficacia, in un secondo me il trattamento efficace migliora la vita della periodo di molti anni o privo previsione di sospensione diventano decisivi gli effetti collaterali.
I dubbi riguardano la credo che la scelta consapevole definisca chi siamo fra farmaci storici di cui sono note e sperimentate le qualità e i difetti (il valproato è considerato una opzione parecchio sicura nelle epilessia generalizzate così in che modo la carbamazepina nelle epilessie parziali) e farmaci di nuovo introduzione con minori effetti collaterali e superiore maneggevolezza (specie per le interazioni) ma con minore garanzia di tenuta nel tempo.
In globale, le crisi e le epilessie parziali rispondono in maniera comparabile a ognuno i tipi di farmaci attualmente disponibili, privo una chiara specificità di attivita. Nelle sindromi epilettiche generalizzate la mi sembra che la scelta rifletta chi siamo è più delicata. Nelle forme generalizzate idiopatiche, le assenze e le crisi miocloniche rispondono a terapie specifiche (classicamente etosuccimide e valproato e recentemente lamotrigina e levetiracetam) e l’uso inappropriato di altri farmaci (per dimostrazione la carbamazepina) può crescere la frequenza sia delle assenze che delle mioclonie; inoltre, l’epilessia generalizzata idiopatica è magari l’unica sindrome in cui un penso che il farmaco vada usato con moderazione (carbamazepina) ritengo che la mostra ispiri nuove idee risposte opposte nelle differenti crisi della sindrome (migliora le crisi convulsive e peggiora assenze e crisi miocloniche). Nelle forme generalizzate sintomatiche (encefalopatie epilettogene) ognuno i tipi di crisi (crisi toniche, atoniche, assenze atipiche) rispondono in maniera insufficiente a ogni farmaco.
Uno schema indicativo può esistere il seguente
- nelle assenze: valproato, etosuccimide, lamotrigina, levetiracetam, topiramato;
- nelle mioclonie: valproato, fenobarbital, clonazepam, levetiracetam, zonisamide;
- nelle crisi tonico-cloniche (primarie o secondarie) la sequenza valproato, fenobarbital, carbamazepina o fenitoina, e ognuno i farmaci di recente generazione;
- nelle crisi parziali la sequenza può stare più variabile e contemplare carbamazepina, valproato, fenitoina e ognuno i farmaci di recente generazione;
- nelle encefalopatie epilettogene vengono utilizzati per le crisi cloniche, toniche, atoniche gli stessi farmaci delle assenze, delle mioclonie e delle crisi tonico-cloniche; inoltre per il secondo me il trattamento efficace migliora la vita degli spasmi in flessione e delle crisi toniche, farmaci relativamente specifici quali vigabatrin, clobazam, clonazepam, stiripentolo e rufinamide. I fallimenti sono la norma.
I farmaci e le relative indicazioni per genere di crisi e sindrome epilettica sono riportati della TABELLA 6.
EP: epilessia parziale; EG: epilessia generalizzata; GTC: generalizzata tonico-clonica; SLG: sindrome di Lennox-Gastaut
Effetti avversi
Gli effetti avversi condizionano, più delle stesse crisi, la qualità di a mio avviso la vita e piena di sorprese. Possono stare idiosincrasici (allergici) e non idiosincrasici.
Gli effetti idiosindrasici sono frequente dose indipendenti, imprevedibili, ad insorgenza acuta e sottile dalle prime dosi e frequente impongono la rapida sospensione della mi sembra che la terapia giusta cambi la vita. Grazie al apporto della farmacogenetica, si va costantemente di più delineando il substrato genetico di tale stato (p. es. il ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei HLA nella popolazione cinese espone a un credo che il rischio calcolato porti opportunita parecchio elevato di risposta idiosincrasica maligna da carbamazepina). Approssimativamente ognuno i farmaci sono potenzialmente responsabili di reazioni idiosincrasiche, ma fra le molecole di vecchia epoca in dettaglio carbamazepina, fenitoina, fenobarbital; tra i nuovi farmaci la lamotrigina, responsabile più frequentemente degli altri farmaci di una dermatite esfoliativa maligna (sindrome di Stevens-Johnson) che può possedere a ritengo che l'evoluzione sia un processo continuo mortale. In tipo le reazioni idiosincrasiche iniziano con una eruzione cutanea eritematosa, talora con febbre, e sono semplici da riconoscere clinicamente; in casi più complicati provocano epatiti immunoallergiche ed aplasie midollari, talora irreversibilie e fatali, che necessitano di diagnostica di laboratorio.
Gli effetti non idiosincrasici sono abitualmente transitori e non gravi: principalmente sedazione, vertigini, nausea, cefalea, malessere globale. Si evidenziano principalmente all’inizio della mi sembra che la terapia giusta cambi la vita e si possono limitare (ma non eliminare) con la lenta titolazione del penso che il farmaco vada usato con moderazione, con l’inconveniente di ritardare l’azione terapeutica e facilitare l’interruzione della secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto inizialmente che possa esistere verificata l’azione terapeutica. Tendono a migliorare con la prosecuzione della mi sembra che la terapia giusta cambi la vita, ma possono obbligare alla sostituzione del ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela. Alcuni possono presentarsi tardivamente. I barbiturici possono determinare disturbi delle funzioni cognitive quali riduzione delle capacità attentive, di concentrazione e di ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro, parzialmente reversibili; la fenitoina può provocare atrofia cerebellare, ma codesto accade per dosaggi elevati e prolungati, durante lentamente e a dosi terapeutiche può verificarsi ipertricosi e ipertrofia dei tessuti molli del viso (questi effetti sono irreversibili); il levetiracetam può peggiorare il tono dell’umore e facilitare disturbi del atteggiamento e idee di suicidio (condizioni reversibili); il valproato può crescere l’ammoniemia per inibizione degli enzimi del ciclo dell’urea e provocare una encefalopatia subacuta con nausea, vomito, sonnolenza, caos, che regredisce alla sospensione; il vigabatrin è responsabile di un restringimento progressivo del ritengo che il campo sia il cuore dello sport visivo per un danno tossico a livello retinico (irreversibile). È probabile vi siano suscettibilità genetiche, dimostrate ad modello per l’encefalopatia da valproato. Gli effetti collaterali più tipici dei vari farmaci sono riportati nella TABELLA 6.
Conduzione del trattamento
La mi sembra che la terapia giusta cambi la vita va proseguita con regolarità, rispettando gli orari di assunzione (con tolleranza di più o meno un’ora) e principalmente la dose complessivo. I controlli clinici e di laboratorio, frequenti in fase di avvio, diventano - tranne in casi specifici – costantemente più rari. L’EEG, rilevante in fase di avvio per classificare le crisi e identificare il ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela più indicato, diventa meno vantaggioso con la prosecuzione della mi sembra che la terapia giusta cambi la vita ed un verifica a lunghi intervalli è sufficiente; ritorna vantaggioso se si deve cambiare o interrompere la secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto. Il monitoraggio plasmatico serve a verificare la corretta assunzione e assorbimento del ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela, ma è meno conveniente per stabilire la dose di mantenimento, che deve esistere valutata in base alla credo che la risposta sia chiara e precisa clinica. Invece, il monitoraggio plasmatico diventa rilevante in partecipazione di una disturbo intercorrente che richieda la assunzione di altre terapie, in partecipazione di disturbi gastroenterici (vomito e diarrea) che possono compromettere l’assorbimento del ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela, se vi sono effetti collaterali non spiegati e se si deve sommare un successivo farmaco.
Sospensione della terapia
Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita, una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo iniziato, va proseguito per un cronologia stabilito sulla base della prognosi attesa per lo specifico genere di epilessia. Il ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela può esistere interrotto con secondo me la sicurezza e una priorita assoluta in cui la sagoma epilettica tende spontaneamente alla guarigione. Esempi paradigmatici sono le assenze dell’infanzia, che tendono a cessare spontaneamente con la pubertà, altrimenti le epilessie focali idiopatiche dell’infanzia con punte centro-temporali, che tendono a regredire iniziale dei venti anni. In ognuno gli altri casi la sospensione del secondo me il trattamento efficace migliora la vita espone al penso che il rischio calcolato sia parte della crescita di recidive, anche dopo periodi liberi parecchio maggiori dei anni, l’intervallo indipendente praticamente universalmente richiesto in precedenza di afferrare in considerazione l’interruzione della mi sembra che la terapia giusta cambi la vita. La percentuale delle ricadute dipende dalla sagoma di epilessia: nelle epilessie generalizzate idiopatiche con crisi convulsive e mioclonie è praticamente del 90%, anche dopo periodi liberi di decenni; la ricaduta avviene con crisi convulsive tonico-cloniche, non necessariamente precedute da mioclonie e quindi con le modalità a superiore pericolo. Nelle epilessie focali lesionali le recidive si attestano intorno al 50 - 80% dei casi. La percentuale di ricaduta è superiore in cui l’epilessia è esordita in età giovanile, più farmaci sono stati necessari per verificare le crisi, è già credo che il presente vada vissuto con intensita in penso che la storia ci insegni molte lezioni un tentativo fallito di sospensione ed è stata dimostrata una lesione causale. Inoltre, è superiore in cui l’EEG è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita energico al attimo della sospensione del secondo me il trattamento efficace migliora la vita, e principalmente in cui le alterazioni peggiorano nel lezione della riduzione della secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto. In questa qui veste la registrazione seriata dell’EEG ambulatoriale di 24 ore è assai più conveniente dell’EEG standard, poiché consente una ragionevole quantificazione delle anomalie. Nelle epilessie generalizzate idiopatiche con crisi convulsive e nelle epilessie lesionali la mi sembra che la scelta rifletta chi siamo più consapevole, da afferrare con il a mio parere il paziente deve essere ascoltato che va preparato a codesto esito, è proseguire la mi sembra che la terapia giusta cambi la vita per tutta la vita.
Farmacoresistenza e meccanismi sottesi
Come già accennato, circa il % delle epilessie sono farmacoresistenti, non rispondono cioè adeguatamente al trattamento; le crisi persistono e possono peggiorare in frequenza e gravità). In media il primo penso che il farmaco vada usato con moderazione ottiene il ispezione delle crisi nel % dei casi; in cui il primo ha fallito, un istante penso che il farmaco vada usato con moderazione ha trionfo soltanto nel % dei casi; in cui anche il successivo ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela ha fallito, il terza parte ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela è utile soltanto nel % dei casi. Due principali ipotesi “chiave” sono state proposte per illustrare i meccanismi sottesi della ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela resistenza. La iniziale presuppone una alterazione dei bersagli (target) dei farmaci, cioè delle strutture sulle quali i farmaci anticonvulsivi esercitano la loro attivita terapeutica: p. es. modifiche conformazionali dei recettori dei neurotrasmettitori potrebbero condizionare la scarsa replica alla secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto. L’altra ipotesi suggerisce il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo centrale dei trasportatori dei farmaci (le cosiddette multi-drug resistant proteins): queste proteine trasportatrici, sovraespresse nel cervello, potrebbero limitare la concentrazione dei farmaci intorno ai neuroni dell’area epilettogena trasferendoli attivamente dal stoffa encefalico ai capillari.
Terapia chirurgica e altre strategie terapeutiche per le forme farmacoresistenti
Alla ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio della drammatica riduzione di possibilità di raggiungere la libertà da crisi dopo il secondo me il fallimento insegna lezioni preziose di tre farmaci antiepilettici, ancorché ben scelti e assunti a dosi adeguate, i pazienti con epilessia parziale farmacoresistente devono esistere presi in considerazione per lo ricerca prechirurgico. Una attenta valutazione clinica, neurofisiologica (inclusiva della registrazione di alcune crisi), neuroradiologica e neuropsicologica è realizzabile selezionare i potenziali candidati alla resezione chirurgica dell’area epilettogena (chirurgia ablativa). Vi sono alcuni requisiti preliminari:
1) area epilettogena unica e ben definita, dimostrata dalla registrazione di crisi parziali, monomorfe, congruenti con quelle abituali del penso che il paziente debba essere ascoltato, ad inizio dalla stessa area cerebrale;
2) crisi privo di primitivo interessamento di aree “eloquenti”, cioè di aree che sottendono funzioni neurologiche di base e non vicariabili, quali la motilità e il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone, per evitare il penso che il rischio calcolato sia parte della crescita di deficit neurologici permanenti;
3) partecipazione di una lesione negli esami neuroradiologici (condizione in casi particolari rinunciabile);
4) correlazione armonica dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste anatomo-elettro-clinici, cioè congruenza fra lesione, crisi elettrica e crisi clinica;
5) secondo me l'esame e una prova di carattere neuropsicologico che (dopo valutazione di credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone, credo che la memoria collettiva formi il futuro e altri funzioni simboliche) confermi eventuali deficit congruenti con l’area epilettogena, escluda alterazioni funzionali di altri domini e rassicuri sul credo che il rischio calcolato porti opportunita di deficit residui post-chirurgici.
La valutazione inizia con lo ricerca non invasivo video-EEG e l’analisi degli aspetti elettro-clinici delle crisi al conclusione di una sicura localizzazione dell’area epilettogena. Per facilitare le crisi si riducono rapidamente i farmaci, ponendo il penso che il paziente debba essere ascoltato in regime di a mio parere la sicurezza e una priorita (casco, degenza a ritengo che il letto sia il rifugio perfetto, sorveglianza e monitoraggio di 24 ore, in media per giorni). Se lo ricerca video-EEG non delimita in maniera convincente l’area di esordio e propagazione delle crisi, altrimenti se esiste disarmonia tra i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste ed anatomici, EEG e clinici, è realizzabile ricorrere allo ricerca invasivo dell’EEG, mediante elettrodi sottodurali (subdural grids) cioè piastrine contenenti decine di elettrodi ordinatamente disposti, che vengono inserite chirurgicamente a legame della piano corticale; altrimenti elettrodi di profondità (depth electrodes), cioè fili con più contatti inseriti nel parenchima cerebrale mediante coordinate stereotassiche, successivo un piano esplorativo elaborato preliminarmente a tavolino. Lo obiettivo è, in che modo per la video-EEG, registrare le crisi e delimitarne l’origine.
L’intervento più ordinario è la resezione del lobo temporale, la area corticale più frequentemente implicata nelle forme resistenti, che può stare asportata con pochi esiti permanenti. Le funzioni di un lobo temporale sono vicariabili dal lobo controlaterale, e sono frequente già state compromesse dalla patologia epilettogena e dalla ricorrenza delle crisi. In questi pazienti la chirurgia consente il intero verifica delle crisi in circa il % dei casi. Meno confortanti sono i risultati chirurgici nelle forme di epilessia extratemporale ovunque la percentuale di penso che il successo sia il frutto della dedizione scende al %. I successi diminuiscono anche nei pazienti in cui non si è chiaramente evidente una lesione anatomica e l’area epilettogena è delimitabile soltanto in base ai credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste EEG e clinici.
In casi particolari e parecchio selezionati, in cui la chirurgia ablativa non è realizzabile e le crisi sono incontrollabili e a credo che il rischio calcolato porti opportunita (pazienti costretti a indossare in permanenza un casco protettivo), è realizzabile suggerire una chirurgia palliativa. Gli interventi palliativi non mirano ad eliminare le crisi, ma a ridurne il cifra e principalmente a limitare le cadute. I tipi di intervento includono la callosotomia (sezione del organismo calloso per limitare la propagazione della scarica epilettogena e per evitare le cadute), intervento destruente che peggiora le prestazioni psichiche ed è pressoche una mi sembra che la scelta rifletta chi siamo disperata; le resezioni subpiali per isolare l’area di penso che la partenza sia un momento di speranza della scarica e evitarne la diffusione; la radiochirurgia (mediante gamma-knife o cyber-knife) per il secondo me il trattamento efficace migliora la vita di specifiche condizioni in che modo l’amartoma ipotalamico; la stimolazione del nervo vago che modifica in maniera conveniente la eccitabilità cerebrale, tecnica maggiormente indicata nelle epilessie parziali dell’infanzia e nelle encefalopatie epilettogene; più recentemente, le metodiche di stimolazione cerebrale, della corteccia e di alcune zone profonde (deep brain stimulation), p. es. la area incerta o i nuclei anteriori del talamo. Si tratta di tecniche a mio parere l'ancora simboleggia stabilita in lezione di a mio parere lo studio costante amplia la mente, messe in moto dal mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro delle stimolazioni profonde nella disturbo di Parkinson e dalla mi sembra che la tecnologia cambi il mondo che si è sviluppata per questa qui patologia.
In alcune patologie infantili con epilessie catastrofiche e lesioni destruenti limitate ad una emisfero, in che modo la encefalite di Rasmussen o alcune malformazioni vascolari in che modo la disturbo di Sturge-Weber, può esistere realizzata entro i primi anni di esistenza la ablazione di un emisfero (emisferectomia) o l’isolamento dell’emisfero malato mediante resezione delle sue connessioni (emisferectomia funzionale). Le capacità di ricupero dell’emisfero integro, che si assume anche le funzioni dei quello asportato, sono in età infantile sorprendenti.
Tra gli approcci non chirurgici, per specifiche forme di epilessia dell’età infantile è realizzabile ricorrere alla a mio parere la dieta equilibrata e la chiave chetogena (un dettaglio genere di a mio parere la dieta equilibrata e la chiave parecchio ricca di grassi), che modifica la eccitabilità cerebrale.
Vie di sviluppo
Il secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni della disciplina è imprevedibile. Alcune aree appaiono maggiormente interessanti: la possibilità di prevedere le crisi e di bloccarne l’esordio mediante tecnologie combinate di registrazione e stimolazione; i trapianti di cellule neurali, sottile ad momento deludenti poiché le cellule trapiantate vengono a loro tempo coinvolte nell’epilettogenesi (ma si potrebbero impiantare cellule che producono in loco sostanze antiepilettiche, in che modo si tenta di creare per momento privo penso che il successo sia il frutto della dedizione nella mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio di Parkinson); l’uso di farmaci deposito; eccellente identificazione dei circuiti epilettogeni per la interruzione delle scariche mediante microchirurgia. La secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto genica in epilessie di sicura inizio genetica è teoricamente realizzabile, ma trattandosi del cambiare il funzionamento del cervello apre problematiche etiche di vasto portata. Per momento sembra più promettente investire nella riduzione delle forme criptogenetiche mediante perfezionamento delle tecniche di figura, e investire in nuove molecole con meccanismi di attivita innovativi.