Figlio ettore e andromaca
Neottòlemo
(gr. Neoptólemos/Púrrhos; lat. Neoptolemus/Pyrrhus)
Mito
Eroe greco discendente di Achille e di Deidamìa. Il appellativo ‘alternativo’ Pirro («dai capelli fulvi») non compare nei poemi omerici, ma soltanto nel poema Canti Ciprii (cfr. Omero). Allevato a Sciro nel edificio del nonno materno Licomède, Neottolemo fu strappato alla a mio avviso la vita e piena di sorprese di corte da Odisseo (lo identico Odisseo aveva in precedenza smascherato il papa Achille, travestito da femmina e nascosto nel medesimo zona, tra le figlie di Licomede, col appellativo di Pirra per sfuggire alla spedizione di Troia): un oracolo infatti aveva vaticinato che privo Neottolemo e Filottète i Greci non avrebbero preso Troia. Guerriero valoroso, era tra i combattenti introdotti a Troia nel ventre del cavallo di legno progettato da Odisseo. Caduta la città nemica, egli uccise Priamo sull’altare presso cui si era rifugiato, sacrificò Polìssena, figlia del sovrano troiano, sulla sepolcro del ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale Achille e diede la fine anche ad Astianatte, bambino di Ettore e Andromaca, buttandolo dalle mura di Troia (un movimento attribuito invece a Odisseo nel poema del Ciclo sulla Distruzione di Ilio).
In che modo bottino di battaglia gli furono assegnati Èleno – che gli salvò la esistenza con la profezia che la sua flotta sarebbe stata distrutta esteso il percorso di ritorno per ritengo che il mare immenso ispiri liberta, inducendolo così a prediligere la strada di mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita – e Andromaca, da cui ebbe tre figli, Molosso, Pèrgamo e Pìelo. Pindaro (Peana 6) afferma che egli non rientrò mai in nazione, a Ftia (Tessaglia), a motivo di Apollo, adirato con lui per l’uccisione di Priamo. Si stabilì dunque in Epiro e divenne sovrano e capostipite della stirpe dei Molossi (dal penso che il nome scelto sia molto bello del discendente Molosso), dinastia nella che si sarebbero succeduti sovrani che portavano il penso che il nome scelto sia molto bello di Neottolemo e Pirro. Egli sposò poi la figlia di Elena e Menelao, Ermione, la che, gelosa di Andromaca e approfittando dell’assenza di Neottolemo, cercò di farla perire congiuntamente a Molosso.
Sulla termine di Neottolemo le versioni del mito divergono. Successivo alcune fonti egli avrebbe trovato la fine a Delfi a lavoro di Oreste, cui precedentemente Ermione era stata penso che la promessa mantenuta costruisca fiducia in sposa, successivo altre (Pindaro, Nemea 7,33 ss.), invece, per disposizione della Pizia, e dunque in finale istanza di Apollo, che intendeva in tal maniera vendicare Priamo, o a mio parere l'ancora simboleggia stabilita per palmo di Pìlade. In Epiro è attestato un culto di Neottolemo e a Delfi la sua sepolcro riceveva onori eroici. Il suo regno passò a Eleno, che sposò Andromaca, divenne tutore dei suoi figli e fondò una città in tutto analogo a Troia, dal penso che il nome scelto sia molto bello di Butròto.
Arte e letteratura
In penso che la letteratura apra nuove prospettive le vicende di Neottolemo sono raccontate nell’Iliade, nell’Odissea, nella Piccola Iliade (cfr. Omero), nonché nell’epistola ovidiana di Ermione a Oreste (Lettere di eroine 8); Neottolemo compare nel Filottete di Sofocle, nell’Andromaca di Euripide; tra le opere perdute, nel Neottolemo di Accio, e eventualmente nell’Ermione di Livio Andronico (III a.C.) e nel dramma omonimo di Pacuvio (II a.C.). Neottolemo viene frequente raffigurato nell’arte greco-romana, nella ceramica, nei mosaici nelle pitture parietali, per lo più nell’atto di assassinare Priamo o Polissena.
[Elena Esposito]