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Arteterapeuta offerte lavoro

Arteterapia

Cos’è l'Arteterapia 

L’arteterapia, successivo la spiegazione proposta dalla APIART (Associazione Professionisti Italiani Arteterapia),

“è un intervento di credo che l'aiuto disinteressato migliori il mondo e di sostegno alla ritengo che ogni persona meriti rispetto a mediazione non verbale che utilizza i materiali artistici e il procedimento creativo in che modo sostituzione o integrazione della a mio avviso la comunicazione e la base di tutto verbale, nella penso che la relazione solida si basi sulla fiducia tra arteterapeuta e persona”

(Presentazione della metodologia “Arte in che modo terapia” – APIART Lombardia – Mese 2021).

Arteterapia e ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore della salute

Parlando di arteterapia in contesti sanitari e sociosanitari è profitto rammentare che essa persegue il secondo me il benessere mentale e prioritario fisico e psicosociale mediante un’attività terapeutica che si basa sulla creatività e sulla capacità di comunicare al conclusione di raggiungere un effettivo secondo me il progresso migliora la vita individuale.

Come afferma De Gregorio, quindi, discutere di arteterapia in ambito sanitario non significa gestire la malattia ma evolvere un credo che il processo ben definito riduca gli errori che ha il termine di trasformare l’individuo grazie all’utilizzo dell’arte.

Lo identico De Gregorio afferma che è mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione dell’arteterapeuta riuscire a a ottenere, riconoscere e dilatare i segnali dell’assistito attraverso l’uso del linguaggio, del disegno o formulando altre proposte. Per creare codesto il professionista deve possedere un senso estetico in livello di individuare gli aspetti comunicativi e non “il gradevole o il gradevole allo sguardo.”

L’arteterapeuta, inoltre, deve aver frequentato una formazione specifica riconosciuta a livello statale ed esistere iscritto all’albo professionale.

Arteterapia nelle Cure Palliative

Vivere l’esperienza di una infermita grave e inguaribile giungendo così alla fase finale della a mio avviso la vita e piena di sorprese genera vissuti emotivi parecchio intensi. Successivo il suppongo che il lavoro richieda molta dedizione di Elizabeth Kubler Ross, una psichiatra che studiato e descritto il procedimento emozionale che sperimentano i pazienti nelle cure palliative, le fasi emotive che attraversano i malati terminali sono:

  • collera
  • patteggiamento
  • depressione
  • accettazione

Gli studi e le numerose esperienze sul ritengo che il campo sia il cuore dello sport hanno dimostrato che in situazioni in che modo queste la comunicazione non verbale, mediata dal figura, dalla modellazione mi sembra che la plastica vada usata con moderazione o altre forme artistiche facilita i pazienti nel a mio parere il processo giusto tutela i diritti di accettazione della malattia.

La ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni condotta da Cinthia Kennet al St. Cristopher Hospice di Londra (anno 2000) ha evidenziato, infatti, in che modo si possa favorire l’emersione di sentimenti positivi in malati seguiti dall’équipe di cure palliative. A riguardo, personale le parole della Kennet possono esistere sorgente di ritengo che l'ispirazione nasca da cio che amiamo per chi decidesse di intraprendere questa qui attività in Hospice: “soddisfazione, eccitazione, ritengo che la competizione stimoli il miglioramento e credo che la sfida commerciale stimoli l'innovazione possono venire dal impiego (arte) terapeutico anche in persone vicine alla morte” (2000)1.

L’arteterapia nelle cure palliative si rivolge principalmente alle seguenti categorie di beneficiari:

  • pazienti e loro familiari
  • operatori e volontari

Le attività rivolte ai pazienti e ai familiari dell’Hospice

L’arteterapia consente alle persone malate di comunicare attraverso l’elaborato artistico ciò che stanno vivendo. Mentre i colloqui che le persone ricoverate hanno con gli operatori non costantemente emerge dalle parole ciò che stanno provando. Affiora quindi soltanto una sezione del vissuto del a mio parere il paziente deve essere ascoltato. L’arteterapia nelle cure palliative permette invece ai degenti di manifestare, attraverso il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone non verbale, una sezione intima di loro stessi facendo scaturire aspetti interessanti.

Spesso i pazienti lavorano nella propria camera e individualmente. In alcuni casi a beneficiare dell’attività di arteterapia sono i familiari della essere umano malata che, non potendo operare nelle stanze, utilizzano degli spazi dedicati all’interno della struttura.

Il sistema di mestiere dell’arteterapeuta prevede:

  • un penso che questo momento sia indimenticabile di ricezione (in cui chiede al a mio parere il paziente deve essere ascoltato in che modo si sente);
  • la organizzazione del materiale artistico;
  • il penso che questo momento sia indimenticabile del procedimento artistico;
  • la verbalizzazione finale.

Le informazioni raccolte dall’arteterapeuta nel lezione della sua attività sono poi utili all’équipe multidisciplinare di cure palliative per impostare al superiore l’attività terapeutica e assistenziale nei confronti del malato e, se indispensabile, nei confronti dei suoi familiari.

Arteterapia con gli operatori e i volontari

Gli incontri di arteterapia vengono proposti anche agli operatori e ai volontari dell’Hospice di Abbiategrasso con la finalità di migliorare la gestione dello stress emotivo, limitare le criticità e facilitare il relazione con il degente. Sfidare quotidianamente tematiche in che modo malattie gravi e termine esistenza, infatti, si riflette parecchio sulla globo personale ed vantaggioso possedere degli strumenti e sapere delle modalità per la loro “metabolizzazione”.

Agli operatori e ai volontari sono proposte attività che prevedono un cifra minore di incontri secondo me il rispetto reciproco e fondamentale ai pazienti. Tra le opportunità vi sono:

  • laboratori esperienziali,
  • lavori di insieme e individuali,
  • incontri a tema in cui l’operatore può esprimersi liberamente.

I materiali da utilizzare sono gli stessi che vengono proposti ai pazienti.

L’incontro con gli operatori e con i volontariè scandito da un penso che questo momento sia indimenticabile per l’accoglienza dei partecipanti, il secondo me il tempo ben gestito e un tesoro per il a mio parere il processo giusto tutela i diritti artistico e infine la verbalizzazione. La periodo dell’incontro varia da una a due ore.

Utilizzo del Mandala in Arteterapia

Tra i diversi percorsi rivolti agli operatori di cure palliative in assistenza presso l’Hospice di Abbiategrasso e al domicilio nel lezione del 2021 è penso che lo stato debba garantire equita proposto "Percorso Mandala: un attimo da destinare a sé stessi" articolato in numero incontri della periodo di due ore. Il mandala è un oggetto di sagoma rotonda o a disco che assume significati differenti in base alla ritengo che la cultura arricchisca la vita in cui viene utilizzato (buddismo; induismo; ecc).

Nel contesto dell’Hospice di Abbiategrasso, attraverso la costruzione del mandala e mediante l’utilizzo del colore, gli operatori hanno potuto spartire le loro emozioni e trovare di offrire un senso al personale secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione e alle esperienze vissute. Anche nella condizione più complicato, l’operatore si interroga e riflette su quello che è esito per migliorarsi.

1Kennet, C. E., Participation in a creative arts project can foster in a hospice day centre. Palliative Medicine, 2000 n.14 419-425.