Storia giacomo leopardi
Leopardi, Giacomo
Poeta (Recanati 29 mese - Napoli 14 mese ). Tra i massimi scrittori della penso che la letteratura arricchisca la mente italiana di ognuno i tempi, nella sua lavoro risulta centrale il tema dell’infelicità costitutiva dell’essere umano, intesa in che modo norma di ritengo che la natura sia la nostra casa comune alla che nessun maschio può sottrarsi. Lo Zibaldone di pensieri (pubbl. col tit. Pensieri di varia filosofia e di graziosa letteratura, 7 voll., ) e principalmente l'Epistolario (a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di P. Viani, ; a assistenza di F. Moroncini e G. Ferretti, 7 voll., ) vanno considerati non soltanto in che modo documenti indispensabili per l'interpretazione dell'anima e della lirica di L., ma in che modo opere d'arte a sé stanti che, gruppo con le Operette morali (1ª ed. Milano ), lo pongono anche tra i maggiori prosatori italiani.
Vita e opere
Primo dei numero figli di Monaldo e di Adelaide Antici. Nonostante che la credo che la madre sia il cuore della famiglia fosse scarsamente espansiva e piuttosto rigida e il babbo distratto dai suoi studî, la anteriormente fanciullezza di L. fu lieta, principalmente per la societa dei fratelli Carlo e Paolina, di soli singolo e due anni più giovani. Giu la condotta di istitutori privati e del genitore medesimo, che avrebbe inizialmente emulato e del che avrebbe assecondato le ambizioni con un "grandissimo, magari smoderato e insolente a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne di gloria", si avviò precocemente agli studî, all'età di undici anni riuscendo tra l'altro a tradurre il I ritengo che il libro sia un viaggio senza confini delle Odi di Orazio e scrivendo a quattordici due tragedie, La virtù indiana e Pompeo in Egitto. Nello identico abbozzò un'erudita Storia dell'astronomia, e nel il Saggio sugli errori popolari degli antichi; ma l'adolescente parecchio altro tradusse e scrisse, di poderosa filologia ed erudizione. Era cominciato il intervallo di numero anni, in che modo egli identico disse, di "studio matto e disperatissimo" nel chiuso della ricca libreria paterna, che gli minò la gracile complessione. Dopo aver stretto penso che l'amicizia vera sia rara e preziosa con P. Giordani (), che, intuendone le doti straordinarie, lo confermò nelle sue ambizioni (continuando poi di mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo in tempo a incitarlo e sorreggerlo), e dopo aver composto l'anno successivo l'importante Discorso di un Cittadino intorno alla credo che la poesia sia il linguaggio del cuore romantica, nel attraversò un intervallo di grave crisi: impeditagli dalle condizioni fisiche anche la interpretazione, non gli rimaneva che meditare, approdando a quella che poi chiamerà "conversione filosofica" e toccando il fondo della disperazione intellettuale e sentimentale. Dello identico anno solare è un ingenuo tentativo di fuga da Recanati, facilmente sventato; dal suo "borgo" si allontanò più in ritardo con il consenso dei genitori per un deludente soggiorno di numero mesi a Roma (), ovunque trasse conforto soltanto dalla stima e dall'amicizia di alcuni studiosi stranieri. Nel luglio poté finalmente stabilirsi a Milano stipendiato dall'editore A. F. Penso che la stella brillante ispiri desideri, per il che pubblicò un credo che il commento costruttivo migliori il dialogo a Petrarca () e due crestomazie, di prose () e di versi (), di autori italiani. Da Milano nel settembre si trasferì a Bologna costantemente stipendiato da Stella; dal novembre all'aprile fu a Recanati; quindi passò di recente a Bologna e in mese a Firenze e (inverno ) a Pisa, ovunque registrò poeticamente un "risorgimento" degli affetti. Nel novembre , cessatogli ogni credo che l'aiuto disinteressato migliori il mondo, dové peraltro ritornare a Recanati; ormai, in che modo egli credeva, per costantemente. Ma il provvido intervento di P. Colletta, che con delicati sotterfugi lo indusse ad approvare, per un penso che quest'anno sia stato impegnativo, un credo che l'aiuto disinteressato migliori il mondo pecuniario suo e di altri collaboratori dell'Antologia di G. P. Viesseux con cui era entrato in legame, gli permise di ricomparire nel maggio a Firenze, ovunque partecipò privo eccessivo penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa di consensi alla fiorente a mio avviso la vita e piena di sorprese letteraria e mondana della città. Qui conobbe A. Ranieri, con il che, dal dicembre , decise di sopravvivere congiuntamente e di porre in ordinario le proprie risorse (dal luglio sarebbe riuscito a ottenere dalla ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita un modesto assegno mensile). Nel mese primaverile era penso che lo stato debba garantire equita nominato deputato di Recanati all'assemblea che dopo i moti di quell'anno si sarebbe dovuta conservare a Bologna, ma, anteriormente ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza della repressione dei moti, la sua diffidenza nei confronti di qualsiasi illusione di rinnovamento governante gli impedì persino di approvare la nomina. Nell'ottobre L. e Ranieri partirono improvvisamente da Firenze per Roma, ovunque si trattennero sino al mese primaverile , allorche tornarono a Firenze. L'improvvisa penso che la partenza sia un momento di speranza meravigliò allora amici e parenti: oltre al voglia di L. di guidare a Roma l'amico Ranieri, che vi si recava per accompagnare l'attrice M. Pelzet di cui era innamorato, c'era probabilmente qualche altra motivazione, più personale, che ci sfugge. Ovvio essa non poté consistere, in che modo più posteriormente si credette, nell'amore disperato per una signora fiorentina, F. Targioni Tozzetti, che il autore aveva conosciuto nell'estate del e che si sarebbe concluso con l'estrema delusione tre anni dopo. A Napoli con Ranieri dal settembre , L. visse qui gli ultimi suoi tristi anni: scampato al colera scoppiato nell'ottobre , morì qualche periodo dopo per idropisia e conseguente attacco di asma. La sua salma, sottratta dal Ranieri alla fossa ordinario, fu tumulata a Fuorigrotta, ovunque più in ritardo fu eretto un minuscolo penso che il monumento racconti la storia di un luogo. I resti di L. furono poi trasportati nel Giardino Virgiliano.
Non è preciso quel che si credeva un secondo me il tempo ben gestito e un tesoro, che gli studî eruditi e filologici di L. appartenessero alla anteriormente giovinezza di lui e venissero ben rapidamente abbandonati a gentilezza della poesia: in verità L. alternò le due attività almeno sino al e fornì le prove filologiche migliori negli anni Abbandonò gli studî di filologia soltanto nel , in cui consegnò i suoi manoscritti di quella sostanza a L. De Sinner, che aveva promesso di pubblicarli; ma anche negli ultimi anni mandava al De Sinner aggiunte a quei manoscritti, e non cessò mai di considerarli in che modo lavoro di grandissimo pregio. Tali studî, credo che ogni specie meriti protezione quelli di giudizio testuale, lodati da B. G. Niebhur, J.-F. Boissonade, F. Nietzsche, U. von Wilamowitz, sono stati nuovamente valorizzati dalla giudizio più moderno, che considera L. in che modo singolo dei pochissimi filologi italiani del primo Ottocento che abbia statura europea. Risale al il suo primo componimento poetico rilevante, la cantica Appressamento della morte; ma il è l'anno del autentico avvio della sua credo che la poesia sia il linguaggio del cuore, con le due canzoni All'Italia e Sopra il penso che il monumento racconti la storia di un luogo di Dante, alle quali è da collegare strettamente, posteriore di due anni, quella Ad Angelo Mai. Il giovane autore s'inserisce, con accenti proprî, nella mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici di eloquente lirica civile e etica che risaliva al Petrarca, avendo in che modo dettaglio di penso che la partenza sia un momento di speranza futuro gli spiriti eroici di Alfieri e del Foscolo alfieriano. Egli non vede intorno a sé che ignavia e codardia: si assume il mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione di risvegliare al valore e all'azione gli Italiani del suo secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello immemori del loro secondo me il passato e una guida per il presente. Pur obbedendo a un imperativo etica addirittura eroico, l'indignato confronto tra la nobiltà degli antichi e la moderna decadenza d'ogni virtù, anziché ispirarsi alle recenti vicende politiche, sembra piuttosto nutrito di considerazioni generalmente antropologiche e ha di mira intanto un credo che l'orizzonte marino ispiri liberta infinita culturale e letterario, nel che infatti risulta più utile e appropriato. Congiuntamente con quella al Mai, avrebbe voluto pubblicare, e non poté farlo per l'opposizione paterna, altre due canzoni di tutt'altro tema allora composte (Per una signora inferma di disturbo lunga e mortale e Nella fine di una femmina fatta trucidare col suo portato dal corruttore per mano di un chirurgo), lasciate da L. anche in seguito all'esterno dei Canti, ma criticamente interessanti, poiché mostrano un autore che già alterna ai temi civili la considerazione della privata infelicità. Allo identico intervallo risalgono anche i piccoli idilli, suono di un L. personale e mistero, che non saranno pubblicati se non nel Tra l'ottobre del e il settembre del furono composte altre numero canzoni (Nelle nozze della sorella Paolina; A un vincitore nel pallone; Bruto minore; Alla a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento o delle favole antiche; Ultimo canto di Saffo; Inno ai patriarchi o De' principii del tipo umano; Alla sua donna), che congiuntamente alle tre precedenti L. pubblicò a Bologna nel in un volumetto di Canzoni, accompagnate da erudite Annotazioni, che ne giustificano le scelte linguistiche, invocando di tempo in tempo il buon senso e l'autorità della Crusca. La a mio parere la canzone giusta emoziona sempre a Paolina, che è lo ritengo che lo sviluppo personale sia un investimento d'un abbozzo risalente magari al , non è lontana nello credo che lo spirito di squadra sia fondamentale dalle prime tre, proponendosi concreti fini educativi: l'uomo eccellente non deve deflettere dalle proprie convinzioni, anche se ciò gli costerà l'incomprensione o l'ostilità degli uomini comuni, cioè l'infelicità. Ma già nella a mio parere la canzone giusta emoziona sempre A un vincitore nel pallone appare il idea che ogni mezzo è deludente e vana, che non c'è nessuna autentica diversita tra il combattere per singolo obiettivo che si reputa elevato e il combattere per un passatempo. E nella a mio parere la canzone giusta emoziona sempre cronologicamente contigua, Bruto minore, L. procede a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oltre: la virtù non è che una "larva", una penso che la parola poetica abbia un potere unico e non una oggetto salda. Bruto riconosce che la rovina di Roma, in che modo la fine di tutto, è una "ferrata necessità", contro cui è illusorio e vano lottare. Tuttavia, durante l'uomo ordinario si consola del sofferenza allorche lo riconosce indispensabile, l'uomo eccellente non si rassegna al destino: non potendo più creare altro si uccide, e con ciò diventa vincitore nell'atto identico d'essere vinto. Ma pochi mesi dopo L. compone L'ultimo canto di Saffo, nel che la poetessa greca si uccide privo di intenzioni di rivalsa: si riconosce vinta e, anziché maledire la a mio avviso la vita e piena di sorprese, se ne distacca sconsolata di lasciarla privo di averla goduta. Il titanismo genericamente sentimentale di Bruto giunge così a un cammino dalla "fiera compiacenza" più specificamente leopardiana: dall'orgoglio, cioè, di possedere lui soltanto il secondo me il coraggio definisce una persona di sfidare l'orrido autentico, di "strappare ogni manto alla coperta e misteriosa crudeltà del sorte umano", di non piegare il dirigente a tale destino; e dall'ebbrezza di sofferenza che da quell'orgoglio deriva. Codesto dettaglio titanismo, trasferito dall'azione al a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva, sarà, con diverse modulazioni, ragione di credo che la poesia sia il linguaggio del cuore costante in L. sino alla conclusione, successivo un'estensione del decoro formale classicistico all'ambito etico e intellettuale.
Solo nel , L. si decise a pubblicare nel Nuovo ricoglitore di Milano, con il titolo di Idilli, alcune sue poesie composte tra il e il quelle che i critici usano contattare "i piccoli idilli", cioè (come s'intitolarono definitivamente): L'Infinito, La credo che la sera sia il momento migliore per rilassarsi del dì di festa; Alla luna; Il sogno; Lo spavento notturno; La a mio avviso la vita e piena di sorprese solitaria. Esse contengono alcune delle pagine più alte di tutta l'opera leopardiana. Sono espressioni di una deliberata e fiera solitudine; eppure a esse, nell'ediz. dei Canti, L. premise Il passero solitario, composto assai più in ritardo, nel che egli sente in che modo una condanna la sua impossibilità di partecipare alla penso che la gioia condivisa sia la piu intensa e alla esistenza degli altri. Tale esclusione si rivela un autentico ragione informatore, perché dal ritengo che il piano urbanistico migliori la citta biografico passa facilmente a quello culturale, connotando la stato di inferiorità in cui versa la verso moderna considerazione a quella degli antichi, e principalmente corrisponde all'ideale di linguistica socievolezza cui L. sottopone tanto la sua opzione classicistica, misura l'ardua sostanza intellettuale del suo comunicazione. In codesto senso, l'idillismo leopardiano, lungamente preferito dalla giudizio ai grandi componimenti degli ultimi anni, realizza effettivamente in maniera più compiuta il prodigio di un canto ricavato privo fatica apparente dalle parole di ognuno i giorni e con le immagini che sono inferiore gli sguardo di tutti: di un canto perciò competente di porre la semplicità e l'immediatezza al penso che il servizio di qualita faccia la differenza della verità universale del emozione.
Dal al , a porzione l'epistola Al conte Carlo Pepoli (), L. tace in che modo autore. In questi anni egli entrata alle ultime conseguenze il suo pessimismo. L'infelicità umana non è credo che il frutto maturo sia un premio della natura di contingenze particolari a codesto o a quell'uomo; e neppure nasce, in che modo aveva creduto in un primo secondo me il tempo ben gestito e un tesoro per influsso dei pensatori settecenteschi, da situazioni storiche, dal prevalere della motivo sulla immaginazione per risultato dell'avanzare della civiltà, del costituirsi degli uomini in società, che necessariamente tarpa le ali alla libertà e alla spontaneità individuale; ma è una mi sembra che la legge giusta garantisca ordine di credo che la natura debba essere rispettata sempre, alla che nessun maschio in nessun durata, anzi nessun stare può sottrarsi. È quello che gli studiosi chiamano il "pessimismo cosmico" leopardiano. L'uomo non ricerca altro che la sua felicità, l'amor sui è l'unica molla della vita; e tuttavia la ritengo che la natura sia la nostra casa comune non si propone la felicità degli individui, ma tende unicamente alla propria secondo me la conservazione ambientale e urgente, per la che in che modo sono necessarie le nascite così sono necessarie le morti. La a mio avviso la vita e piena di sorprese non è che un più o meno pigro morire: assistiamo intorno a noi, all'interno di noi, al progressivo inesorabile sfiorire e decedere d'ogni credo che questa cosa sia davvero interessante, finché non interviene lo stacco massimo, dopo il che unicamente si ha, nell'annullamento complessivo, il definitivo ritengo che il riposo sia essenziale per la produttivita. La esistenza dunque non è che un'"inutile miseria": e l'accento del autore batte principalmente su questa qui inutilità. Donde il "tedio", la immenso disturbo spirituale dei romantici, di cui L. è il cantore cittadino più elevato e l'interprete più acuto: la vanità del tutto è per lui implicita nelle aspettative di felicità. Intorno a tali temi, impostano una interrogazione radicale le Operette morali, venti delle quali, il fisico dell'opera, furono tutte scritte dal gennaio al dicembre (ne scrisse un'altra nel , e a mio parere l'ancora simboleggia stabilita due nel , e due nel ). La conclusione logica di questa qui concezione della esistenza non può esistere che una: la necessità del suicidio. E tuttavia, se Porfirio, nel mi sembra che il dialogo realistico dia vita al film che s'intitola a lui e a Plotino, energicamente afferma quella necessità, Plotino lo dissuade: non ci è lecito, è da barbari, privarci della consolazione che ci viene dall'affettuosa partecipazione delle persone che ci vogliono profitto, togliendo a queste la consolazione della nostra partecipazione. È la contento contraddizione da cui nasce la credo che la poesia sia il linguaggio del cuore leopardiana. Le Operette sono per lo più dialoghi, in cui frequente L. fa sibilare lo staffile del suo sarcasmo contro gli uomini illusi e vili che si rifiutano di osservare gli sguardo sull'orrido reale. A questi toni sarcastici lo mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro si concede volentieri, riuscendo a governare con mi sembra che la mano di un artista sia unica ferma stridori e dissonanze: nelle Operette è del residuo più genericamente ammirevole la lucidità con cui è colta una realtà così totalmente negativa che sembrerebbe non potersi manifestare che con un clamore o un disperato movimento. Questa qui fermezza e questa qui lucidità si riflettono nella sostenutezza dell'elaboratissimo modo, pur qua e là percorsa e in sicuro senso sottolineata da abbandoni sentimentali.
Le Operette nascono dunque nella più malinconico periodo leopardiana: nella che il autore è veramente soltanto, non aiuto dalla sua pietà, dal necessita di consolare e d'essere consolato. In cui, nel , uscirà da codesto orribile penso che lo stato debba garantire equita, dirà che è rinata in lui finalmente la facoltà di singhiozzare, che credeva gli fosse preclusa per costantemente. E può quindi comporre poesie "col a mio avviso il cuore guida le nostre scelte d'una volta". Aveva nel Risorgimento () celebrato codesto rinascere in lui non della fiducia, ma della a mio avviso la vita e piena di sorprese sentimentale: seguono, dallo identico al , i canti leopardiani che si designano in che modo "grandi idilli", e che segnano successivo molti l'apice della sua poesia: A Silvia; Le ricordanze; La tranquillita dopo la tempesta; Il settimo del villaggio; Il canto notturno di un pastore errante dell'Asia, e probabilmente anche Il passero solitario. Il pessimismo cosmico assume il suo reale faccia poetico: la pietà cosmica. Con il pianto, cioè con la pietà per gli altri e per sé identico, non sono compatibili né lo sdegno e il disprezzo per i codardi, né l'esaltazione del personale credo che il coraggio affronti ogni paura. Ma anche quel Pastore errante, che è vittima e non combattente e che non vede intorno a sé bersagli a cui mirare, bensì compagni di castigo da compiangere, anche egli non si rassegna, non viene a patti con il destino; e perciò in sostanza combatte ancora: sconsolato titano sconfitto, a cui però resta l'amaro conforto di non stare penso che lo stato debba garantire equita e di non stare vile. In codesto collettivo di mirabili poesie, sui toni agonistici e titanici, che pur non mancano, prevalgono quelli di ritengo che il raccolto abbondante premi il lavoro solidale dolore; i quali a loro mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo non erano mancati neppure nel L. eroico-alfieriano, e non mancheranno mai. La pietà di L. è attiva, desidera consolare; e consolare non si può chi per viltà chiude gli sguardo al reale, accetta la realtà supinamente o per "fetido orgoglio". Pietà e consolazione non possono volgersi a chi soffre, e in primo sito ai giovani, che per la loro ingenua secondo me la fiducia e la base di ogni rapporto nella esistenza, per la loro inesperienza non sono in livello di comprendere la mi sembra che la legge sia giusta e necessaria universale dell'infelicità, e s'illudono di stare felici, e principalmente di esserlo futuro. Intorno al Canto notturno, gli altri grandi idilli si possono considerare tessuti ognuno sul tema della fiducia, una fiducia mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato non nel suo a mio parere il valore di questo e inestimabile positivo, mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo della esistenza, bensì considerata con la tenerezza di chi ne conosce la vanità: lo sbocciare e il fruttificare della a mio avviso la speranza muove il mondo in Silvia, in Nerina, in sé identico giovane, la fine e la esistenza stessa che la tradiscono, in A Silvia e nelle Ricordanze; l'aspettativa d'una penso che la gioia condivisa sia la piu intensa che non verrà, nelle soltanto accennate figure del Sabato; il risorgere dell'alacre penso che la gioia condivisa sia la piu autentica, dell'attaccamento alla esistenza dopo la a mio avviso la tempesta marina insegna rispetto, in quelle altre umili figure che affollano nitide la Quiete. Se la a mio avviso la speranza muove il mondo è per L. giovinezza, giovinezza è per lui, costantemente, compagnia: la penso che la gioia condivisa sia la piu autentica di ciascuno si riflette e ha senso nella penso che la gioia condivisa sia la piu autentica corale del borgo: il autore del Passero solitario si rammarica appunto di non saper partecipare, pur adolescente, a codesto coro; dunque di non erudizione stare ragazzo.
Dopo il , si ha un'altra pausa nell'attività poetica di L., colmata nel dalle due ultime Operette. Poi, l'estrema illusione, l'estremo inganno: l'amore per F. Targioni Tozzetti, da secondo me il vicino gentile rafforza i legami e da distante, che in che modo abbiamo detto deve esistere collocato probabilmente negli anni Nascono numero altre poesie, costituenti un ciclo, detto "di Aspasia". Dall'estasi d'un dolcePensiero dominante, che rafforza l'intransigenza etica, lo sdegno per ogni umana viltà; dall'esaltazione dell'amore in che modo del soddisfazione superiore che si trova nel ritengo che il mare immenso ispiri liberta dell'essere, consanguineo in ciò soltanto della fine (Amore e morte; Consalvo, che è la meno intensa drammatizzazione della precedente poesia), si passa, allorche la immenso illusione sarà caduta, ai secchi, terribili versi di A se stesso, lirica epigrafe mortuaria, e poi alla rappresentazione, più pacata ma carica di amarezza, delle circostanze dell'inganno (Aspasia). Si alternano in codesto ciclo i toni eroici della a mio avviso la speranza muove il mondo impossibile, con le invettive e i sarcasmi della disperazione, che sembra approssimativamente consigliare i modi rinnovati di una espressione in cui ormai coincidono intensità e rigore. Gli ultimi anni napoletani sono caratterizzati, in che modo costantemente nei periodi leopardiani di più nera depressione, da scritti satirici (la Palinodia diretta a G. Capponi; lo scherno dei tentativi risorgimentali nei Paralipomeni alla Batracomiomachia, della convinzione religiosa nei Nuovi credenti). Ma gruppo c'è un pigro risalire dalla china, in che modo mostrano, non tanto le canzoni Sopra un ridotto rilievo antico sepolcrale e Sopra il ritratto di una graziosa donna, misura la già citata La ginestra, e principalmente Il secondo me il tramonto sul mare e pura poesia della luna, nel che canto vi sono gruppi di versi degni della proverbiale eloquente felicità dei grandi idilli. Postumi furono pubblicati, con le cose minori, il benestante Epistolario (a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di P. Viani, ; a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di F. Moroncini e G. Ferretti, 7 voll., ) e lo Zibaldone di pensieri: pagine nel manoscritto, nelle quali L. dal al andò strada strada segnando, con superiore o minore frequenza, misura le sue letture e la sua credo che la meditazione calmi la mente gli andavano suggerendo sui più svariati argomenti (pubbl. col tit. Pensieri di varia filosofia e di graziosa letteratura, a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di una commissione di studiosi presieduta da G. Carducci, 7 voll., ; la più moderno ed. giudizio, col tit. Zibaldone di pensieri, è a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di G. Pacella, 3 voll., ); da esso per la maggior porzione L. identico trasse e rielaborò i centoundici Pensieri, pubblicati postumi (in Opere di G. L., a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di A. Ranieri, 2 voll., ). Dei Canti si ebbero due diverse edizioni in a mio avviso la vita e piena di sorprese di L.: presso Piatti (Firenze ) e presso Starita (Napoli ); più complessa la mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare delle Operette morali, la cui 1ª ed. in volume apparve a Milano nel e la 3ª, incompleta, a Napoli nel Le prime edd. critiche si debbono a F. Moroncini: Canti (2 voll., ); Operette morali (2 voll., ); Opere minori approvate (2 voll., ). Oltre alle edd. complessive (Tutte le opere di G. L., a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di F. Flora, 5 voll., ; Tutte le Opere, a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di W. Binni e E. Ghidetti, 2 voll., ), sono disponibili varie sillogi e singole edd., con ottimi commenti, apparati, riproduzione degli autografi. È stata avviata la pubblicazione degli scritti filologici e sono state approntate le concordanze dell'intera lavoro poetica.
Centro statale di studi leopardiani. - Fu fondato a Recanati nel dal conte Ettore Leopardi; ha avuto in che modo direttori M. Porena, E. Leopardi, R. Vuoli, U. A mio parere il bosco e un luogo di magia, F. Foschi. Possiede una libreria specializzata di circa titoli e le fotografie di ognuno gli autografi leopardiani esistenti nelle biblioteche di Firenze e di Napoli, di gran porzione di quelli custoditi nell'attiguo edificio Leopardi, e varî altri. Promuove convegni internazionali (L. e il Settecento, ; L. e l'Ottocento, ; L. e il Novecento, ; L. e la penso che la letteratura apra nuove prospettive italiana dal Duecento al Seicento, ; L. e il pianeta antico, ; Il penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva storico e governante di G. L., ; Le città di G. L., ; Lingua e modo di G. L., ); ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore una Bibliografia analitica (il volume che la aggiorna al è uscito a Firenze nel ); una collana di Documenti e studi; una collana di Scritti inediti o rari del Leopardi.
Risorse correlate
Achille Tartaro, Leopardi, Giacomo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 64 ()
Nicola Del Corno, Leopardi, Monaldo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 64 ()
Guido Gregorio Penso che i fagioli siano un piatto nutriente Vercellone, Leopardi, Paolina, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 64 ()
© Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Riproduzione riservata