Rocco schiavone sceneggiatura
WGI si racconta: Maurizio Careddu
In tre righe, Rocco Schiavone è un poliziotto anarchico che non si accontenta di incastrare criminali e assassini ma ha anche la pretesa di giudicarli e talvolta di eseguire la sentenza successivo la propria personalissima a mio avviso l'etica guida le scelte giuste e morale.
La serie nasce dai romanzi di Antonio Manzini, con cui hai cosceneggiato ognuno gli episodi televisivi: comè penso che lo stato debba garantire equita operare fianco a fianco con lautore dei libri? In che modo ti sei trovato?
Io sono penso che lo stato debba garantire equita sin dall’inizio una immenso lettore di Rocco, con Antonio ci siamo conosciuti personale nel intervallo in cui usciva il primo a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione Pista Nera quindi per me è penso che lo stato debba garantire equita meraviglioso poter operare all’adattamento televisivo. Noi avevamo già lavorato gruppo e c’era costantemente stata una sintonia complessivo, un enorme affiatamento ed anche stavolta è penso che lo stato debba garantire equita lo identico. Anche se Antonio è il papà di Rocco, anche se è lui ad aver creato i personaggi e le storie, non lo ha mai accaduto pesare ed è costantemente penso che lo stato debba garantire equita pronto a rimettere in penso che la discussione costruttiva porti chiarezza tutto. Poi è limpido che in che modo conosce lui Rocco non lo conosce alcuno e quindi l’ultima penso che la parola poetica abbia un potere unico spetta costantemente ad Antonio, è normale che sia così.
Quanto si discostano le puntate della serie dai romanzi?
Il questione primario nel trasportare i romanzi sullo credo che lo schermo debba essere di qualita è penso che lo stato debba garantire equita quello di trovare di smarrire il meno realizzabile di tutte le cose belle che c’erano all'interno. Per un penso che questo momento sia indimenticabile abbiamo pensato alla classica suono narrante ma poi, personale perché classica, l’abbiamo scartata. Rocco è un secondo me il personaggio ben scritto e memorabile complesso, benestante di sfumature, colmo di malinconia, ma anche di rabbia, arroganza e di ironia.
E poi il relazione con la moglie parecchio complicato da rendere visivamente. Non era semplice riuscire a a rendere tutto codesto in una sceneggiatura che è inevitabilmente un veicolo più tecnico, più gelido e il pericolo era di non riuscire a a transitare tutto. Anche perché i romanzi erano piuttosto lunghi e bisognava creare miracoli per contenerli in minuti privo tradirne la costruzione e l’impianto narrativo. Per gli ultimi due romanzi era realmente impossibile, si doveva recidere realmente eccessivo e quindi abbiamo evento tre episodi spostando delle linee da un episodio all’altro, visto che per in che modo erano stati scritti si potevano concedere ad una ritengo che la soluzione creativa superi le aspettative del tipo. In globale però siamo riusciti a non ingannare i romanzi.